TRATTAMENTO DEI DIFETTI DI REFRAZIONE

I difetti di refrazione si curano in genere con occhiali, aventi lenti sferiche o cilindriche, ma si possono adoperare anche le lenti a contatto. Per utilizzare le lenti a contatto occorre che l’occhio non soffra di particolari patologie e che abbia una buona lacrimazione.

Le lenti a contatto sono dispositivi medici in materiale plastico, a forma di piccola calotta trasparente, che vengono applicate sulla superficie oculare per correggere difetti di refrazione. Presentano molti vantaggi, ma gli occhi di alcune persone non le tollerano soprattutto perché limitano la respirazione della superficie oculare (la cornea è soggetta ad ipossia ovvero la mancanza d'ossigeno).

Durante la notte, qualsiasi tipo di lente a contatto si utilizzi, è sconsigliato indossarle, in quanto la lente impedisce alla cornea di respirare, e quindi le cellule corneali sono facilmente soggette ad ipossia, anche perché se la cornea è riccamente innervata, lo stesso non si può dire della vascolarizzazione, che è carente. Se la respirazione dell’occhio è compromessa, si creano sulla cornea condizioni di secchezza, definite comedry spots, che possono evolvere in ulcere corneali.

Il coefficiente di permeabilità e trasmissibilità dell’ossigeno è indicato col termine DxK, dove D è uguale al coefficiente di diffusione di un gas attraverso un materiale e K il coefficiente di solubilità dello stesso. Questa caratteristica, ovvero la capacità di un materiale a trasmettere attraverso esso il gas, è fissa per ogni polimero, ma può variare con la temperatura. Fattore di forte influenza nel passaggio dell'ossigeno è anche lo spessore della lente presa in esame. Una corretta valutazione della permeabilità non può quindi non prescindere da esso. Per definire quindi l'esatto apporto di ossigeno proveniente alla cornea con l'applicazione di lenti a contatto, bisogna parlare di

trasmissibilità all'ossigeno, ovvero del valore DxK posto in relazione con lo spessore L: DxK/L.

Le lenti a contatto si suddividono correttamente in due grandi famiglie, in base ai materiali utilizzati per la loro costruzione:

CONFRONTO LAC MORBIDE E RIGIDE

MORBIDE

• Bassa ametropia

• Cornea regolare Forte midriasi

RIGIDE

Ametropia elevata

Cornea irregolare Richiesta di alta trasmissibilità all'ossigeno

Scarsa lacrimazione Uso giornaliero permanente Uso sedentario

Cheratocono Scarsa visione con lenti morbide

Usocorrettivoortocheratologico Astigmatismo medio e alto

Per quanto riguarda l’astigmatismo, le lenti a contatto risolvono solo i casi leggeri, fino ad un deficit di 1,5-1,75 diottrie. Come abbiamo già detto, l’uso delle lenti a contatto è consigliato nel cheratocono.

Esistono poi diverse metodiche chirurgiche che riescono a risolvere pressoché definitivamente le varie ametropie. Esse sfruttano vari strumenti come il laser, il microscopio, sotto la direzione di un computer, che controlla il funzionamento del laser.

La chirurgia refrattiva è la tecnica chirurgica che viene usata per correggere, intervenendo sulla cornea, i vizi di refrazione dovuti ad un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina. Possono ricorrere a diverse tipologie di intervento; la classificazione primaria è tra chirurgia corneale e intraoculare. Nella chirurgia refrattiva corneale la correzione dei difetti refrattivi avviene mediante un’ablazione del tessuto corneale, che

modella la cornea in modo da creare una sorta di lente biologica che corregge il difetto. Le tecniche più moderne fanno uso di un laser controllato da un computer e del microscopio operatorio, in modo tale da limare la cornea con grande precisione.

Una delle tecniche usate è la PRK,

ovvero la foto-ablazione corneale di superficie

mediante laser ad eccimeri. Tale tecnica prevede innanzitutto l’applicazione di un collirio

anestetico, la rimozione dell’epitelio corneale con uno spazzolino, la superficie che viene

così esposta viene trattata col laser, alla fine dell’intervento viene applicata una lente a

contatto, a scopo protettivo. Per un po’ di tempo il paziente avverte dolore, in quanto

bisogna aspettare che la cornea riepitelizzi. È applicabile sia su miopia e ipermetropia che

astigmatismo e può dare alcuni effetti collaterali a breve termine come dolore, senso di

corpo estraneo, fotofobia, lacrimazione, effetti collaterali a lungo termine quali

opacizzazione ed ipermetropia secondaria.

Quando bisogna curare miopia o astigmatismo gravi e non si può usare il laser, perché la

cornea è sottile, si utilizzano le lenti fachiche, che si pongono nella camera anteriore

dell’occhio, sotto anestesia locale, oppure si legano al’iride per essere meglio fissate. Per

utilizzare queste lenti occorre che l’occhio del soggetto sia completamente sano, in questo

caso il rigetto si ha nell’1-2% dei casi.

Un’altra tecnica molto importante è la LASEK, o cheratomileusi con laser ad eccimeri. È

un trattamento simile al PRK, che però prevede la conservazione dell’epitelio originale,

anzichè la sua rimozione. L’epitelio viene preservato con una soluzione alcolica, sollevato

ma non completamente asportato, e ribaltato di lato. Si applica il laser a eccimeri ed infine

si riporta l’epitelio nella sua posizione originale senza punti di sutura con lac protettiva.

Una variante della metodica precedente è l’EPI-LASIK, dove l’epitelio non viene sollevato

dallo stroma sottostante da una soluzione alcolica, ma meccanicamente con uno

strumento separatore “Epicheratomo”; in questo modo l’epitelio conserva in parte la sua

vitalità. Il recupero visivo e il dolore sono minori rispetto alla PRK.

Il LASIK o Laser in situ Keratomiluesi utilizza anch’essa un laser, tuttavia esso incide

non sulla superficie della cornea, ma all’interno di essa. Infatti, dopo aver anestetizzato

l’occhio, si utilizza o un microcheratomo a diamante oppure un femtolaser per tagliare una

lamella sottilissima di cornea, che viene sollevata con una spatolina e ribaltata di lato

all’iride, poi il laser riduce per evaporazione il tessuto corneale esposto, successivamente

la lamella viene riposizionata al suo posto, senza la necessità di applicare alcuna sutura.

Anche questa tecnica consente di risolvere miopie o ipermetropie gravi e ha il pregio di

dare al paziente pochi effetti collaterali e un recupero completo della vista in poco tempo.

La modellazione avviene quindi all’interno della cornea promettendo risultati migliori per le

miopie elevate.

Rispetto al PRK – LASEK, il LASIK causa in genere meno fastidi e un

recupero più veloce, ma è una tecnica più invasiva nei confronti della cornea; questo

perché la parte esposta non viene intaccata, ma al tempo stesso la cornea viene

sezionata e operata in zona più profonda.