RETINOBLASTOMA

Il retinoblastoma è il tumore della retina più frequente dell’età infantile. Colpisce in età pediatrica. Si manifesta in genere nei primi 3 anni di vita ed è responsabile del 5 % di tutti i casi di cecità. L’incidenza è di 1 su 17000 nati vivi. Naturalmente se non viene curato la sua dimensione aumenta e soprattutto la cosa più importante è che è altamente metastatico (e le metastasi al fegato e ai polmoni sono più frequenti). Se questa neoplasia viene individuata in fase iniziale la percentuale di guarigione è molto elevata, circa il 90% dei casi. Per curare il retinoblastoma c’è bisogno di centri altamente specializzati, nel

senso che abbiamo bisogno degli oculisti, dei genetisti, del pediatra oncologo, di un radioterapista di oncologia pediatrica e solamente così si tengono sotto controllo.

Il retinoblastoma può essere ereditario o non ereditario. È purtroppo ereditario nel 40% dei casi, con una trasmissione di tipo autosomico recessivo ed è ereditato perché l’allele del gene oncosoppressore RB1 è mutato in tutte le cellule del corpo. Infatti, il secondo evento mutageno determina la trasformazione maligna delle cellule. Purtroppo è più frequente che questi bambini possano andare incontro a tumori bilaterali multifocali oppure a tumori non oculari (tipico il melanoma, tipico l’osteosarcoma). Nel 60% dei casi non è ereditario (purtroppo quando è ereditario è spesso bilaterale) ed è unilaterale e fortunatamente meno grave, con un decorso più lento.

All’esame istologico, il retino blastoma è composto da cellule retinoblasti che sono indifferenziate. Molti retinoblasti sono indifferenziati ma gradi diversi di differenziazione sono caratterizzati da formazione di tre tipi di rosette:

di 6 mm, si può utilizzare la brachiterapia, chemioterapia primaria oppure la radioterapia esterna. Infine, se il tumore è di grandi dimensioni, diametro superiore ai 12 mm oppure spessore superiore ai 6 mm, si può effettuare una enucleazione oppure una chemioterapia.