NISTAGMO
Il nistagmo è dovuto ad un equilibrio instabile della coordinazione oculomotoria, dovuto ad un alterato sviluppo dei riflessi di fissazione monoculare e binoculare, ed impulsi di origine centrale per lo spostamento nasale correlati ad una compromissione della direzione spaziale.
Il nistagmo può essere evocato occludendo un occhio e diminuisce o scompare quando entrambe gli occhi sono aperti. L’AMPIEZZA DIMINUISCE in ADDUZIONE e AUMENTA in ABDUZIONE. La fase VELOCE batte sempre verso il lato dell’OCCHIO FISSANTE. Si distingue dal nistagmo MANIFESTO perché presenta una fase LENTA con velocità DECRESCENTE. Le forme d’onda e le caratteristiche cliniche del nistagmo LATENTE e LATENTE-MANIFESTO sono identiche ad eccezione che nel nistagmo LATENTE VERO non ci sono scosse se entrambe gli occhi sono aperti. In entrambe i casi però l’occlusione di un occhio determina INCREMENTO dell’intensità delle scosse di NISTAGMO.
Il nistagmo può ridursi in alcune posizioni di sguardo con AUMENTO DELL’ AV (se il Ny non è di tipo sensoriale). Il TORCICOLLO è la posizione del capo assunta dal paziente al fine di eliminare o diminuire le scosse nistagmi che. La chiusura di 1 occhio evoca il nistagmo (LATENTE) o ne induce un peggioramento (LATENTE-MANIFESTO). La MISURAZIONE DELL’AV va effettuata quindi ponendo davanti ad un occhio una lente di +6,00 o +8,00 per annebbiare senza impedire la formazione di immagini sulla retina poiché in tal modo si evocherebbe il NY.
La terapia vuole stabilizzare gli occhi per migliorare l’AV, ridurre l’oscilloscopia, in caso di zona neutra in posizione secondaria o terziaria di sguardo, spostare la zona neutra verso la P.P.. Le principali strategie terapeutiche comprendono l’utilizzo di farmaci (alcol, tranquillanti, fenobarbital), poco usata. La terapia può essere anche refrattiva, utilizzando lenti negative e prismi oppure può essere chirurgica.
Ritornando all’utilizzo di lenti e dispositivi;
- È possibile correggere i difetti refrattivi esistenti, meglio se con LENTI A CONTATTO, in grado di muoversi sincronicamente con l’occhio in modo tale che l’ASSE VISIVO coincide con il CENTRO OTTICO della lente in qualsiasi momento;
- Utilizzare LENTI con FORO OTTICO in caso di nistagmo indotto da ANIRIDIA;
- Ipercorrezione con lenti negative in modo da stimolare la CONVERGENZA
ACCOMODATIVA e ridurre le scosse nistagmiche;- Utilizzo di PRISMI per migliorare l’acuità visiva (prismi a base temporale che
stimolano la convergenza fusionale, con riduzione in convergenza dell’intensità del
nistagmo e conseguente miglioramento dell’AV);- PRISMI per eliminare una posizione anomala del capo (prismi posizionati con base
opposta alla posizione preferenziale di sguardo per eliminare il torcicollo).
Lo scopo della terapia chirurgica è volto a spostare il punto nullo in posizione primaria, eliminare lo strabismo (esotropia da smorzamento in vergenza) e ridurre l’intensità del nistagmo.
Nello spostamento del punto nullo in posizione primaria, la chirurgia è volta ad eliminare il torcicollo spostando gli occhi in modo che si ottenga l’acuità visiva migliore in posizione primaria. Gli occhi devono essere sempre spostati nella direzione della posizione anomala del capo (es. a sinistra quando vi è una rotazione del capo a sinistra in quanto gli occhi sono in destroversione). L’indicazione chirurgica è consigliabile quando il capo è ruotato di 15°-20° o più. Numerosi autori hanno proposto differenti strategie chirurgiche, tra questi vanno citati KESTENBAUM (intervento di 5 mm sui 4 retti), ANDERSON (recessione dei 2 retti accoppiati) e PARKS (intervento differenziato sui 4 retti). Nella sindrome da blocco del nistagmo (in convergenza) l’indicazione chirurgica esiste se l’esodeviazione è costante e l’intervento consta di una recessione di entrambi i retti mediali, associata o meno a suture di fissazione posteriore. La riduzione dell’intensità del nistagmo è un tentativo per diminuire il nistagmo stabilizzando chirurgicamente gli occhi. Nell’induzione dell’innervazione di convergenza si induce chirurgicamente una divergenza artificiale con recessione del retto mediale di un occhio e resezione del retto laterale dello stesso occhio. Dopo l’intervento lo sforzo di convergenza per mantenere gli occhi allineati dovrebbe ridurre il nistagmo e migliorare l’acuità visiva (efficace solo in soggetti che hanno una normale visione binoculare). La recessione massimale dei retti orizzontali è un tipo di intervento proposto inizialmente da Bietti e Bagolini ed ha lo scopo di ridurre l’intensità delle scosse di nistagmo con miglioramento dell’acuità visiva, senza però determinare una limitazione significativa della motilità oculare. La limitazione della motilità oculare non si verifica se l’effetto di indebolimento su un muscolo è controbilanciato da un uguale indebolimento del muscolo ANTAGONISTA.